Agnone | Un museo a cielo aperto
di Federica Di Menna
“Senza orari né prenotazioni! Per fare il carico di bellezza non c’è bisogno di pagare il biglietto”.
Alle origini
La cittadina di Agnone affonda fieramente le proprie origini in epoca sannita, innalzandosi su un crinale roccioso a circa 850 metri di altitudine in posizione strategica a dominare la valle del fiume Verrino. Circondata da monti e boschi, offre alla vista interessanti spunti naturalistici e paesaggistici. Il centro storico, vero scrigno di arte e storia, invita il visitatore a un passo lento, attento ai particolari che si possono scorgere semplicemente sollevando lo sguardo e soffermandosi ad ammirare. Procedendo lungo i vicoli che da piazza Plebiscito si diramano nei diversi rioni del borgo antico, si prova un misto di emozioni che si traducono in un’unica e semplice parola: “scoperta”.
Lasciatevi guidare dai profumi delle pietanze preparate nelle case che si affacciano sulle strette stradine e dal vocio degli anziani che, intenti a conversare dinanzi l’uscio di casa, vi accoglieranno con curiosità, un bel sorriso e qualche aneddoto.
Il borgo
La piazza, un tempo detta “del Tomolo”, era luogo del mercato, del potere e della giustizia, fulcro della vita economica, politica e sociale della cittadina. Nel 1882 viene corredata dalla fontana marmorea a pianta ottagonale le cui bocchette recano impresso in bassorilievo lo stemma di Agnone: il grifone alato, simbolo di custodia e vigilanza a protezione della cittadina.
Sulla piazza si affacciano importanti edifici come il palazzo del Governatore (edificio del pubblico potere e sede della giustizia) e la Chiesa della Trinità (piccola cappella patronale) con la statua della Madonna dell’Incoronata, protettrice delle greggi e dei pastori che in queste terre praticavano la transumanza. Fanno capolino i campanili delle chiese presenti nel centro cittadino; davanti agli occhi si svelano portali in pietra impreziositi da chiavi di volta e stemmi delle famiglie gentilizie che vi dimoravano, frutto dell’opera attenta di abili scalpellini locali, poi graziosi balconcini in ferro e interessanti battenti delle porte, dalle forme più disparate.
Facilmente raggiungibile è la chiesa di San Francesco fondata dai frati minori conventuali nella prima metà del Trecento, il convento con il chiostro porticato tipicamente francescano e tutti gli ambienti dove i frati svolgevano la loro vita quotidiana nell’osservanza del motto ora et labora. La struttura, adibita nel tempo a diversi usi, accoglie oggi la Biblioteca comunale “Baldassarre Labanca” e la Mostra permanente del Libro Antico, una collezione di volumi rari e di inestimabile valore. Percorrendo via Garibaldi, addentratevi nel quartiere veneziano, porzione del centro storico che sfuma verso il belvedere La Ripa.
A dare impulso al vero e proprio nucleo urbano di Agnone fu infatti una cospicua colonia di veneziani, abili artigiani, giunti in paese al seguito del capitano di ventura Landolfo Borrello intorno al 1100. In questo quartiere le case si susseguono a schiera offrendo alla vista numerosi particolari. Le maestranze vi costruirono edifici e palazzi marcandoli con lo stile inconfondibile della loro terra d’origine; potete ammirare così architravi lavorati, marcapiani, bifore e leoni rampanti.
Abili nella lavorazione dei metalli, fabbri, armaioli, fonditori e orafi, grazie al loro influsso il centro storico di Agnone divenne un pullulare di arti e mestieri. Ai primi del ’900 si contavano ben dodici botteghe orafe dove venivano realizzate spille, collane, spazzole, ciondoli (tra cui la famosa presentosa), oggetti a cui erano demandati significati simbolici ormai in disuso che raccontavano di un passato ricco, creativo e sapiente. L’ultima bottega dell’arte orafa antica, ai piedi di Palazzo Nuonno, resta oggi intatta come fu lasciata nel suo ultimo giorno di lavoro dal maestro Ruggiero Carlomagno nel 1968. Palazzo Nuonno, realizzato nel 1150 circa, è detto anche palazzo dei Fantasmi per storie ed eventi a esso collegati che avvolgono di fascino e mistero l’edificio.
I sapori locali
Lasciato il centro storico, proseguite la visita lungo corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere via Marconi per intrattenervi in uno dei tanti locali presenti e incrociare le botteghe di lavorazione di manufatti in rame (oggetti immancabilmente presenti nelle case di ogni agnonese) e ancora caseifici, confettifici e pasticcerie, forni e salumerie tipiche. Non mancate di deliziare il palato con la degustazione di alcune specialità proposte dai ristoratori locali: si raccomanda la “zuppa alla santè”, tripudio di gusto tipico delle festività, e ancora “sagne e fagioli”, “sagne a pezzi” e “pizza di pane” accompagnate da ottimi salumi e formaggi tra cui la soppressata e il caciocavallo.
Provate le ostie ripiene di noci, cioccolato, miele e aromi di cui le signore conservano segreta la ricetta completa; poi pizzelle, uccelletti e il confetto mandorlato riccio. Chiedete del panettone alla mela zitella e dei mostaccioli di pasta reale alla mela cotogna… non ve ne pentirete!
Buon vino rosso e ospitale convivialità sono tipici dei ristoranti del posto, dove si può respirare un clima familiare e gustare una cucina che è pura espressione del legame con il territorio. Pernottate in una delle strutture ricettive presenti in paese o nelle aree più rurali: accoglienti e ben curate, sono oasi di comfort ideali per godersi qualche giorno di riposo.
La natura
La natura incontaminata, il cielo azzurro e l’aria pura rendono il luogo ideale per fare escursioni sui sentieri che affiancano il corso del fiume Verrino e le sue cascate. Lungo le sue sponde, anticamente, vi erano disparati opifici: si conservano ancora il Mulino Casciano e il Mulino Scatozza, la Centrale idroelettrica e le antiche fonderie del rame, testimonianza tangibile di archeologia industriale del ’700.
Le cascate con salti e getti d’acqua da imponenti dirupi sono meraviglia allo stato brado, spettacolo suggestivo, paradiso di fotografi e amanti della natura più selvaggia. Le escursioni in mountain bike, le uscite a cavallo in località Staffoli, le passeggiate nell’Abetaia di Montecastelbarone e nei pressi della chiesetta rurale di Sant’Onofrio, con rilassanti soste lungo il tragitto, sono un ottimo modo per rigenerarsi e ricongiungersi con sé stessi.
Le tradizioni
Simbolo della città, che insieme alla produzione di campane ha reso famoso Agnone in tutto il mondo e appuntamento imperdibile per chi ama le tradizioni popolari, è la ’Ndocciata, antico rito del fuoco. Un corteo di donne e bambini in costume popolare, fiamme e scintille e una lunga e vivace “lingua di fuoco”, attraversano la principale via cittadina; uomini in Cappa (mantello di panno di lana nero) sfilano portando in spalla le loro ’ndocce, fieri e orgogliosi come pavoni a richiamare attenzione e applausi dagli spettatori.
Il rintocco dolce delle campane, che vi accompagna nella scoperta di questi luoghi, sono il ricordo di una giornata trascorsa tra suoni, saperi e sapori antichi, che si fondono e confondono, che affascinano; un luogo dove non vi è mai un addio ma solo un arrivederci… a presto.
Si ringraziano per le foto: Angelo Tullio, Angelo Piazza, Saverio Zarrelli, Paolo Pasquale, Pino Caserio