Alla scoperta di Venafro

Se si provasse a fare un catalogo di tutte le meraviglie del Molise, il comune di Venafro riuscirebbe a conquistare sicuramente uno dei primi posti in elenco; e una volta visitata, in effetti, si intuisce facilmente il perché.

Venafro è una cittadina che presenta tante peculiarità. Pur essendo la quarta della regione per numero di abitanti, regala comunque la tranquillità e il calore di un piccolo centro abitato; la bellezza di un florido contesto naturalistico, distesa com’è ai piedi di Monte Santa Croce, e una tradizione culinaria molto ricca. Probabilmente sarà stato proprio tutto questo a convincere alcune società cinematografiche francesi, nel 1957, a girare interamente qui il film “La legge è legge”, con il grande artista campano Antonio De Curtis, in arte Totò.

A catturare da subito lo sguardo, una volta raggiunto il centro, è la bellissima Palazzina Liberty progettata dal famoso ingegnere Gioacchino Mellucci; in origine un mulino divenuto oggi centro polifunzionale, incorniciato da un elegante gioco d’acqua che dà vita al laghetto cittadino abitato da simpatiche oche e anatre avvezze ad accogliere i visitatori con i loro versi.

Poco distante, un po’ più in alto, svetta l’imponente castello, edificato probabilmente nel X secolo, al tempo dei Longobardi, e poi ristrutturato dalle famiglie nobili dei Durazzo e Pandone, che ne fecero una residenza signorile. Trae origine da una più antica fortificazione trasformata, successivamente, nel mastio longobardo per poi diventare un signorile loggiato che domina la valle. Oggi, tra le stanze del palazzo si possono ammirare degli enormi cavalli che adornano le pareti. È il risultato degli interventi voluti da Enrico Pandone, che fece deco- rare alcune camere con affreschi raffiguranti i suoi esemplari preferiti a grandezza naturale; si tratta di un vero unicum in Italia. Dal 2013 il maniero ospita anche il Museo Nazionale del Molise. Nelle sue sale è presente, infatti, una ricca pinacoteca di testimonianze artistiche molisane.

Oltre al castello, ci sono molte altre cose da ammirare: dagli edifici religiosi alle architetture civili, fino ai siti archeologici e le aree naturali. Passeggiando per il centro cittadino si può notare subito un elevato numero di chiese. Questa particolarità ha dato a Venafro l’appellativo di “Città delle 33 chiese”, tutte meritevoli di una visita. Sicuramente da non perdere è la Concattedrale di Santa Maria Assunta, situata ai piedi del Parco Oraziano. Risale al V secolo e sorge sui resti di un antico tempio pagano. I lavori di restauro degli anni ’60 e ’70 hanno restituito all’edificio l’originario aspetto gotico-medievale. Superato l’ingresso, si possono ammirare delle bellissime pitture del XIV secolo e una tela della Vergine del 1590. Altra tappa di pregio è quella dell’Annunziata, prossima al castello, realizzata nel XIV secolo con il materiale proveniente dal teatro romano che un tempo sorgeva nelle vicinanze.

Di notevole impatto è il campanile, molto alto e con aspetto barocco-rinascimentale. All’interno conserva un crocifisso del XIV secolo, dipinti del Cinquecento, un busto in argento di San Nicandro del XVII secolo e un meraviglioso organo del 1784. Ancora da vedere è la Basilica dei Santi Nicandro, Marciano e Daria e il convento, edificati sui resti di una basilica paleocristiana. La bellissima volta affrescata è un’opera dell’artista molisano Amedeo Trivisonno e narra le vicende dei Santi Martiri. In città sono presenti anche molte architetture militari e civili, a partire dalle mura medievali, la torre del mercato e la Torricella, un avamposto fortificato longobardo situato presso il Monte Corno, in località Santa Croce. Venafro fu un’antica colonia romana.

Non stupisce dunque passeggiare nel centro moderno della cittadina e incrociare le tracce dell’antico anfiteatro, detto anche Verlascio, una rarità italiana assieme al Parlascio di Lucca. È così chiamato perché, nonostante le numerose modificazioni subite, è ancora visibile la pianta ellittica dell’antico edificio ricalcata dalle abitazioni che sono state costruite direttamente sopra i suoi resti. L’anfiteatro aveva il diametro maggiore lungo ben 110 metri e, da alcuni studi effettuati, pare che le gradinate potessero ospitare fino a 15.000 spettatori. Un tempo qui si svolgeva la “corsa dei ciucci” oltre ad altri giochi popolari.

Continuando la passeggiata, è possibile incrociare numerosi palazzi d’epoca, ognuno dei quali riesce a stupire per lo stile, l’eleganza e l’architettura secolare che ancora oggi si possono apprezzare insieme alle tante storie, segreti e leggende che le loro stanze custodiscono. All’ingresso del paese è da visitare, ancora, il cimitero militare francese nel quale sono sepolti circa 6.000 soldati dei “Corps Expeditionnaire Français“, caduti in gran parte durante la battaglia di Cassino avvenuta tra l’inverno 1943 e la primavera 1944. È importante ricordare che Venafro ha subìto il pesante bombardamento aereo del 15 marzo 1944 (per il quale ottenne la medaglia d’oro al valor civile nel 2005). In ricordo di questo periodo, sono state inaugurate le sale del War Museum Winterline Venafro, nel pieno centro storico, nato con l’obiettivo di preservare la memoria dei tragici eventi che colpirono la città durante il secondo conflitto mondiale.

Il territorio di Venafro ha una tradizione olivicola millenaria e può vantare la presenza di diverse varietà di ulivi, tra cui anche specie uniche e autoctone, come l’Aurina. Il Parco regionale dell’Olivo di Venafro è stato istituito proprio per salvaguardare questo grande patrimonio oltre a essere il primo parco tematico sull’olivo nel Mediterraneo. L’intera area protetta comprende sei differenti percorsi, alcuni dei quali si sviluppano tra mulattiere e ulivi secolari mentre altri raggiungono monumenti storici e siti archeologici, permettendo al visitatore di scoprire la bellezza e la ricchezza della biodiversità che caratterizza questo luogo.

Per concludere in bellezza la visita a Venafro, si può “approfittare” di qualche localino per gustare le ottime tipicità della cucina molisana, dal baccalà ai turciniegl (pasta di pane insaporita con ciccioli di maiale) senza dimenticare una vera specialità venafrana: i v’scuott (i taralli) ottenuti con farina, olio extravergine d’oliva, sale e finocchietto. Come vuole la tradizione, dall’impasto si ricavano tanti sottili “bastoncelli” che vengono attorcigliati a due a due e chiusi a mo’ di ciambella; prima si lessano e successivamente si infornano; da qui “bis-cotto”.

Gli amanti delle passeggiate all’aperto possono approfittare della presenza di una bellissima area naturale, distante solo pochi chilometri dal centro urbano. L’Oasi naturalistica Le Mortine è una vasta area protetta condivisa con il comune di Capriati a Volturno. In questo punto, il fiume Volturno, aumentando la sua portata d’acqua, ha favorito lo sviluppo di un bosco rigoglioso che ospita una grande varietà di specie animali e vegetali. Chi desidera trascorrere una distensiva giornata di visita in questo “museo naturale all’aperto” ha a disposizione una serie di servizi: laboratori didattici, una sala proiezioni, mostre e aree pic-nic attrezzate; senza dimenticare la possibilità di poter soggiornare nella Foresteria presente all’interno del parco stesso.

#Savethedate | Gli appuntamenti da non perdere

  • La festa patronale di San Nicandro, il 17 giugno, che termina con meravigliosi fuochi pirotecnici.
  • I “favor r’ San Giuseppe” (falò di San Giuseppe). Sono i caratteristici fuochi notturni che, nella notte del 19 marzo, oltre a testimoniare la devozione al Santo, annunciano la primavera.
  • I “carr r’ Carnval”. Carri di Carnevale che sfilano per le strade della città per festeggiare l’ultimo di Carnevale fra canti, balli e allegorie. Un tempo l’evento ruotava attorno a “Follia”, la maschera venafrana impersonata da una donna che aveva il compito di coinvolgere e trascinare l’intera città nel turbinio della manifestazione.
  • La “rotta r’ l’ p’gnat” (rottura delle pignatte) e “gl’albr r’ la cuccagna” (l’albero della cuccagna): sono giochi popolari che si svolgono intorno al castello Pandone in occasione della festa dedicata alla Madonna delle Grazie, il 2 e 3 luglio.

Sarebbero sufficienti già questi esempi per intuire che, con la sua storia, la splendida natura e la prelibata gastronomia, Venafro conquista facilmente i cuori, gli occhi e il palato dei suoi ospiti… vi ricordiamo, però, che c’è ancora molto altro da scoprire e gustare. Cominciate col seguire i nostri suggerimenti per organizzare la vostra visita, magari tornando anche più volte per conoscere tutti i suoi sapori e i tanti scorci unici e poco conosciuti.

Si ringraziano per le foto Franco Cappellari, Paolo Pasquale e Giuseppe Ragucci