CVTA Street Fest | Muri che riprendono vita

di Alessia Mendozzi

 

Quella del CVTÀ Street Fest sembra una storia uscita da una favola, una storia di destini che si intrecciano quasi per caso che poi tanto caso non è. Tutto inizia dal desiderio di fare qualcosa per Civitacampomarano, piccolo comune della provincia di Campobasso che, come tanti altri paesi del Molise e non solo, da tempo attraversa una rilevante fase di spopolamento. Cosa fare allora? Bisogna inventarsi qualcosa!

Un giorno, dopo aver visto un servizio televisivo su Alice Pasquini, Ylenia Carelli (presidente della pro loco) decide di scriverle una e-mail per invitarla a venire in paese. Artista di fama internazionale, Alice Pasquini esprime la sua arte sui muri, meglio conosciuta come Street art. Lei però non ama definirla così, preferendo di gran lunga la dicitura “arte contestuale” proprio perché legata al contesto nel quale si esprime. Quello che Ylenia non sa è che Alice Pasquini con Civitacampomarano ha un legame profondo: suo nonno, infatti, era il medico locale.
Il sasso è stato lanciato, dall’altra parte raccolto e quella storia delle vite destinate a intrecciarsi, cambiando il corso degli eventi o il destino di un luogo in questo caso, inizia esattamente in quel momento.

Alice arriva a Civita e subito le mettono a disposizione i muri migliori; quelli intonacati, impeccabili, lindi e immacolati. Ma lei ricerca quelli imperfetti, segnati dal tempo, dalle crepe, dall’usura e dall’abbandono. Non cerca le porte in ottimo stato ma quelle arrugginite, che raccontano una storia silenziosa a cui aggiungerne un’altra o, meglio, fonderla. L’arte si mescola a quello che è il paese, la sua cultura, i suoi riti, i suoi detti, le sue ferite, la sua memoria. E prende vita qualcosa di nuovo, o forse sarebbe meglio dire rinnovato, in un’armonia perfetta: arte contestuale, appunto.
In un primo momento, Alice dipinge scene di vita locale, riprese da vecchie fotografie. Al festival non ci pensa ma, a seguito di interviste e articoli di giornali sulla sua presenza a Civita, iniziano ad arrivare i primi turisti che riscoprono pian piano il luogo. La curiosità di vedere da vicino quelle opere di arte contemporanea permette agli stessi di conoscere anche un posto ricco di storia.

Da lì prende vita l’idea di fare qualcosa di più, che possa dare uno stimolo concreto alla rinascita del comune attraverso l’arte. Allora, perché non invitare altri artisti di fama internazionale a dipingere muri a Civitacampomarano? Perché non fare un festival che apra le porte e coinvolga l’intera comunità? Così nasce nel 2016 la prima edizione del CVTÀ Street Fest, che richiama il suono della pronuncia dialettale del nome del paese. Da allora tanti sono stati gli artisti che hanno espresso la loro opera sui muri e nei vicoli del piccolo centro molisano.

Le immagini di Civitacampomarano fanno letteralmente il giro del mondo, grazie soprattutto alle opere di Biancoshock che reinterpreta le icone dei social media nei vari scorci del paese: così una cabina diventa il luogo fisico di Whatsapp, la bacheca del borgo è Facebook, una panchina rappresenta Twitter, la cassetta della posta ha il logo di Gmail, la farmacia ha l’immagine dell’antivirus Avast e un treruote diventa magicamente WeTransfer. La cosa diverte molto e suscita un’enorme simpatia e curiosità verso il CVTÀ, che supera decisamente i confini regionali e attira un numero sempre maggiore di visitatori e artisti che arrivano qui proprio per assistere allo spettacolo dell’evento, giunto quest’anno alla quinta edizione, prevista dal 18 al 21 giugno.

Il CVTÀ Street Fest è diverso dalle altre rassegne di street art proprio per l’atmosfera che si respira. Perché di festival di street art ce ne sono tanti, ma a Civita c’è un intero paese coinvolto in una sorta di festa popolare che vede tutti attivi: dalle signore che preparano piatti tipici, e fanno workshop di cucina tradizionale, agli artisti che dipingono; dai bambini che collaborano con la proloco agli anziani che chiacchierano con gli artisti; dalle attività commerciali alle tante altre associazioni che partecipano; dai giovani che danno informazioni ai turisti a coloro che in Molise tornano solo d’estate, o durante le festività, per assistere a ogni edizione del festival.
Buon cibo, birra, passeggiate per il borgo e bicchieri di vino si uniscono all’arte in ogni forma possibile, fruibile a tutti: non solo murales, infatti, ma anche proiezioni cinematografiche con il coinvolgimento di Molise Cinema, musica e dj set fino a tarda notte, mostre e installazioni, visite al Castello Angioino che domina sulla valle circostante.

Ci si sente accolti come solo questa terra riesce a fare, mettendo a proprio agio chi la vive, in un’atmosfera informale, senza barriere, snobismo o quella diffidenza che spesso nasce dall’incontro tra generazioni e culture diverse. Civita diventa così una scommessa vinta, un piccolo miracolo.
Le radici si intrecciano con l’arte contemporanea, i muri riprendono forma, colore e vita. Il paese diventa la rappresentazione della commovente forza della mia terra; una terra che, grazie a una diversa e innovativa forma di economia, vuole rinascere e tornare strenuamente a esistere.
E viene proprio da ricordare quanto sia bella la vita quando le storie di persone apparentemente lontane finiscono per intrecciarsi creando un nuovo positivo e luminoso corso, diverso da quello che sembrava un destino segnato.

Curiosità

Ogni anno il Festival registra la presenza di importanti street artist di fama nazionale e internazionale, tra cui: Bosoletti, Alex Senna, Maria Pia Picozza, Nespoon, Uno, Pablo S. Herrero, ICKS, Hitnes, David de la Mano, Biancoshock, MP5, Alberonero, 2501, Brus, Milu Correch, Martin Whatson, Add Fuel, Jan Wormann, Studio Aira e, naturalmente, Alice Pasquini che del festival è, manco a dirlo, direttrice artistica.
CVTA Street Fest