È Carnevale. Tempo di Costumi, Carri e Goliardia
Testo di Paolo Pasquale
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Nei comuni di Larino, Tufara, Castelnuovo al Volturno e Jelsi, si può assistere ad alcuni degli eventi più rappresentativi del Carnevale molisano; celebrazioni che mettono in moto una macchina organizzativa capace di dar vita a spettacoli che trovano pochi confronti anche nel panorama nazionale e che mettono insieme la goliardia tipica del periodo e rituali più antichi, colmi di simbologie e misteri. Comincia qui il nostro viaggio alla scoperta di alcuni di questi eventi.
Il Diavolo di Tufara
È Martedì Grasso nella valle del Fortore e una figura inquietante si aggira per le strade di Tufara; una creatura che ha movenze pazze e scalmanate, mette sottosopra il paese suscitando timore e terrore. Gli abitanti cercano di catturarlo, ma difficilmente riescono in questa ardua impresa. Appare all’improvviso, con un mantello formato da sette pelli di capro cucite insieme, un tridente in una mano e il volto diabolico rosso come il fuoco e nero come la pece, segnato da occhi sgranati, denti serrati e orribili orecchie a punta. Come può essere frenato il furore del Diavolo di Tufara? Le sue movenze sono quelle di una danza; una danza che rimanda a un rito propiziatorio svolto in un remoto passato, quando i nostri lontanissimi avi sentivano vicina la fine dell’inverno e scorgevano i primi segni del risveglio della natura.
Il protagonista del Carnevale di Tufara non è solo il Diavolo. Le corse e le sfrenate acrobazie sono accompagnate anche dalla Morte dal volto bianco, che fa volteggiare tra le mani l’emblematica falce evocando il gesto dei contadini che mietono, e dai Folletti vestiti di nero, che tentano di tenerlo a bada con delle catene; e poi, ancora, “U Pisciatur”, che rappresenta il trionfo del caos che morirà insieme a Carnevale, e il Padre e la Madre del povero Carnevale che viene lanciato dal castello longobardo tra le braccia del Diavolo, che lo infilza col suo tridente. Insomma, un evento a tutto tondo che coinvolge l’intero paese con la popolazione che corre per difendersi da questa “maschera” crudele.
Si ringrazia Luigi Aquino per le foto de “Il Diavolo di Tufara”
Il Rito dell’Uomo Cervo a Castelnuovo al Volturno
È la domenica di Carnevale, il sole tramonta dietro le Mainarde e illumina, con i suoi ultimi raggi, la piazzetta di Castelnuovo al Volturno, piccola frazione di Rocchetta a Volturno che si prepara ad accogliere l’evento più misterioso e atteso dell’anno. Già solo dall’aria che si respira si capisce che qualcosa di magico sta per accadere. Un rito ancestrale che si celebra sotto gli occhi delle centinaia di spettatori presenti: la fine del freddo e triste inverno e il risveglio della natura con il ritorno alla vita. Figure misteriose e spettrali si muovono con movenze tipiche dei rituali tribali; l’atmosfera si scalda sempre più e l’apprensione aumenta.
Un gran trambusto, grida di terrore e bramiti annunciano l’avvicinarsi impetuoso dell’Uomo Cervo che, con la sua compagna, crea scompiglio tra i presenti. Questa furia, tuttavia, viene domata e incatenata da una figura prodigiosa: il Martino, una sorta di mago del paese. Derisi e sbeffeggiati dalla popolazione, i cervi riescono a divincolarsi, creando panico tra i presenti, e vengono colpiti dal Cacciatore. Ma non tutto è compiuto. Il cacciatore gli offre l’opportunità della redenzione. Soffia un “alito di vita” nelle orecchie dei due animali ed essi si rianimano, senza le inquietudini che li avevano fin lì dominati. Ora corrono liberi verso quelle montagne così vicine e maestose, dove la realtà di una natura incontaminata vince le asprezze dell’umanità. Con la loro rinascita, l’inverno è finito e può cominciare la primavera e, con essa, la vita.
Si ringrazia Paolo Pasquale per le foto de “Il Rito dell’Uomo Cervo”
Il Carnevale di Larino
La sfilata dei carri allegorici di Larino è stata inserita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali tra i 27 Carnevali Storici d’Italia. Dal 1955, anno del primo Carnevale larinese, la manifestazione è stata un crescendo di idee e di novità. Nel tempo è divenuta una sfarzosa parata di “giganti di cartapesta” alti decine di metri, realizzati da abili mastri carrai, che rappresentano personaggi noti del panorama artistico, politico e sociale.
Effetti speciali, gruppi di maschere, giocolieri e ballerini che accompagnano i carri rendono i festeggiamenti molto scenografici e coinvolgenti. Una manifestazione ricca di allegria, colori e con tanti eventi collaterali che attira ogni anno migliaia di turisti e curiosi. Non resta che lasciarsi incantare dalle opere e i loro significati, che i ragazzi di Larino riescono a regalare.
Si ringraziano per le foto del Carnevale di Larino Guerino Trivisonno e Paolo Pasquale
La Ballata dell’Uomo Orso a Jelsi
Un orso spunta improvvisamente dal bosco con fare minaccioso e aggressivo. Ruglia, digrigna i denti e urla spaventando tutti gli abitanti del paese. L’animale inferocito viene catturato da un coraggioso “domatore” che lo trattiene con robuste catene e lo trascina per le strade del paese, costringendolo a danzare sotto la minaccia di percosse con un bastone al grido di “Orso a posto! Orso olè! Balla orso!”.
In cambio gli vengono offerti del cibo e qualcosa da bere. Dei musicisti improvvisati accompagnano i passi di danza del povero orso. La pantomima tradizionale della Ballata dell’Uomo Orso viene riproposta, a Jelsi, in una versione più teatrale, con la presenza di attori, un coro, un tenore e un testo in rima che narra le vicende della cattura del misero animale. “U ball dell’Urz” si colloca tra i riti propiziatori tipici dei comuni molisani. Le origini della danza rimandano a primordiali cerimonie invernali legate alla fertilità, dove la morte della natura non viene vissuta come un processo irreversibile ma come una condizione necessaria perché possa rinascere la vita, con la promessa di abbondanti raccolti.
Si ringraziano Paolo Pasquale e Gianfranco Vitolo per le foto de “L’Uomo Orso”.
Ciascuno degli eventi descritti in queste pagine, insieme a tanti altri che vengono organizzati nella regione, attirano ogni anno un pubblico sempre più numeroso. Purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo subendo ormai da 2 anni, molti di questi non si sono svolti e non siamo sicuri che saranno riproposti nel prossimo anno. Per questo motivo vi consigliamo di seguire le rispettive pagine social per rimanere aggiornati. Le attuali notizie sull’andamento della pandemia ci permettono di essere ottimisti e sperare nella possibilità di rivedere, finalmente, le piazze piene e vissute con lo stesso entusiasmo manifestato in passato.
ENGLISH VERSION
It’s Carnival. It’s time for costumes, floats and jokes
With Carnival comes the time to pull out masks, costumes, floats and prepare many tasty fried desserts. It’s time for fun and every city prepares to celebrate it in a sumptuous way. Alongside the famous parades of Venice, Viareggio, Cento and Putignano there are also others equally spectacular and captivating events, linked to ancient and fascinating traditions and rites. An example of these are the municipalities of Larino, Tufara, Castelnuovo a Volturno and Jelsi, where the organizational machine gives life to shows that combine jokes and rituals full of symbols and mysteries.
The Devil of Tufara
It is Shrove Tuesday in the municipality of Tufara and a disturbing creature wanders through the streets that turns the town upside down and arouses terror. The inhabitants try to capture it but it is a difficult undertaking. He is covered in goatskin, with a trident in his hand and a devilish face. Who can stop his fury? His crazy movements recall an ancient dance, reminiscent of the rites that took place at the end of winter and the awakening of nature. Next to the Devil there are also other characters: Death with a white face, the Goblins dressed in black, “U Pisciatur” representing Chaos, the Carnival Father and Mother, who dies impaled by the Devil. An event that involves all those present, who run to defend themselves from this cruel “mask”.
The rite of the Deer Man in Castelnuovo al Volturno
On Carnival Sunday in the town of Castel al Volturno, something magical happens. With the end of the winter cold and the return to life, bustle, screams and cravings spread in the air. A couple of deer appear which create havoc in the town square. Their fury is appeased by the village magician, Martino, who captures them. Mocked by the population, the deer manage to wriggle, creating panic among those present, and are hit by the hunter; but not everything is finished. The hunter blows a breath of life into the ears of the two animals, who revive peacefully, without the worries of before. They run free away from the square towards the surrounding mountains, in the unspoilt nature. With their rebirth, winter is over and spring can begin and, with it, life.
The Carnival of Larino
The Carnival of Larino is one of the oldest in Italy. Since it was born in 1955 it has been a crescendo of novelty. Over time it has become a parade of gigantic papier- mâché floats tens of meters high, representing famous personalities from entertainment, politics and society. The parade is accompanied by dance groups, masks and special effects that create an atmosphere full of joy and colors, involving all those present also in numerous other side events.
The Ballad of the Bear Man in Jelsi
A bear suddenly emerges from the woods in a threatening and aggressive manner. The animal is captured by a tamer who chains it and drags it around the town, forcing it to dance in exchange for food and something to drink. Improvised musicians accompany the dancing steps of the poor bear, together with some actors and a tenor who recites a text dedicated to the story of the poor animal. The bear dance has distant origins and reminds us that death is a necessary event for the rebirth of life.
These are events that attract an increasing number of people every year. Current news on the progress of the pandemic leads us to be optimistic about the future. We hope, therefore, to see the squares full and lived with carefree and joy of the past.