Pane e amore è l’espressione che rappresenta meglio il sentimento che prova la popolazione di Gildone in occasione di un’antica manifestazione dal forte carattere spirituale e sociale: la Festa del Pane, organizzata da oltre un secolo con quel segno appassionato delle donne che portano sul capo una cesta contenente fino a 12 chili di pane benedetto.

È una tradizione che si ritualizza nella fragranza del pane e del giglio bianco che, sistemati nei canestri di vimini, sfilano nella lunga processione in onore di sant’Antonio da Padova (santo della carità di cui il pane che si dona è il simbolo per eccellenza) e del Sacro Cuore di Gesù (Pane di vita) che si svolge la mattina della prima domenica dopo il 13 giugno.

La devozione al Santo di Padova prende vita a Gildone, secondo gli storici locali, fin dal 1500. Da allora, ogni anno, la preparazione si può raccontare attraverso tre parole: attesa, genuinità e armonia. angolo del paese sembra ardere di fede.

Per tredici giorni la gente si riunisce nelle diverse contrade per accendere un fuoco in onore di sant’Antonio, recitare il rosario e cantare inni religiosi. Nelle campagne c’è un fervente movimento di ragazzi impegnati a raccogliere, casa per casa, fasci di legna da sistemare in località Cerreto, come da tradizione, per accendere un grande fuoco insieme ad altri dodici fuochi minori da far brillare la notte della domenica della festa: è un insieme di “luce che illumina” e di “calore che scalda i cuori”, che si offrono al Signore e richiamano la forza della fede. Le ragazze, invece, si preoccupano della raccolta dei fiori: i petali vengono utilizzati per realizzare l’infiorata.

La tradizionale sfilata del pane è nata grazie alla levatrice Amabile Tezzón, originaria di Rovigo, che portò in processione, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, un giglio e una pagnotta di pane. Inizialmente il pane veniva realizzato e offerto dalle massaie (chi poteva, contribuiva donando farina e grano) e, alla fine della processione, veniva distribuito alla popolazione. Oggi viene preparato nei forni del paese e viene donato con la devozione di sempre.

La domenica della festa, nella chiesa di san Rocco, la fragranza del pane si diffonde ovunque mentre si lavora alacremente per preparare le ceste: è il trionfo dell’oro delle spighe, trasformate in biondi panelli adornati dal candore del giglio antoniano. Gli aromi si mescolano e danno vita a un tripudio di profumi.

Nel frattempo avviene la vestizione dei “monacelli”, bambini e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 13 anni che prendono parte alla “tredicina” dei giorni precedenti e, nel giorno della festa, indossano il saio del Santo per partecipare alla celebrazione eucaristica. Al termine della funzione religiosa, i portatori di statue, i bambini e le donne si mettono in fila per il momento più emozionante: la processione del pane per le vie del paese, accompagnata dalle note della banda musicale. Prima di rientrare a San Rocco, vengono accesi scoppiettanti fuochi pirotecnici e il pane benedetto viene distribuito a tutti i presenti.

La Festa del Pane è l’occasione giusta per scoprire un borgo ricco di storia e tradizioni e prendere parte a un rito capace di coinvolgere tutti, sia gli abitanti del luogo sia chi, spinto dalla curiosità, raggiunge Gildone per assistere a una manifestazione di fede unica del suo genere.