a cura di Luca Inno

Passeggiare tra i vicoli e le strade della città di Isernia significa esplorare secoli di storia e archeologia. Tra modernità e antichità, mura, templi, eleganti residenze, chiese, monumenti e la movida che anima locali e piazze fino a notte fonda, Isernia regala angoli tutti da scoprire, scorci che svelano una storia lunga più di 2.300 anni. L’abitato di Aesernia (colonia latina del 263 a.C.) aveva l’aspetto di una vera e propria fortezza dotata di possenti mura megalitiche, ancora oggi in parte conservate, mentre alcune aree del territorio circostante furono modellate, seguendo la difficile orografia del luogo, con una serie di terrazzamenti per essere meglio utilizzate a scopo agricolo.

A passeggio nei sotterranei di Aesernia

Il cuore più antico della città custodisce una stratificazione archeologica di enorme importanza. Il nucleo antico si presenta come un enorme libro nel quale ogni pagina racconta un periodo storico ben preciso. Ancora oggi, il centro storico è fortemente condizionato da alcuni aspetti dell’impianto urbanistico pensato dagli architetti romani. La città si sviluppava su un asse viario principale che incontrava perpendicolarmente assi secondari formando degli incroci ad angolo retto. In uno di questi incroci, come spesso accadeva nel mondo romano, venne realizzata l’area sacra. Stando alle conoscenze archeologiche  attuali, era costituita da due templi. Il Tempio A, risalente alla metà del III secolo a.C. e ricalcato interamente dalla  cattedrale della città, è caratterizzato da un alto podio e decorato da una cornice a doppia gola rovescia, senza dubbio la principale peculiarità dell’edificio.

Il Tempio B, posto al di sotto del Palazzo Vescovile, presenta forme stilistiche più sobrie e dimensioni più contenute. Nel Tempio A, molto probabilmente, era venerata una sola divinità legata al mondo agricolo-pastorale, che rappresentava la principale vocazione per le attività e l’economia del territorio. È possibile che la divinità in questione fosse Ercole, dio tutelare della pastorizia, delle sorgenti e  delle acque, il cui culto era molto diffuso  nell’antico Sannio.

Ammirando i resti del tempio, salta all’occhio la perizia degli artigiani della pietra che hanno  contribuito alla realizzazione di un’opera che, per dimensioni e accorgimenti tecnici, è da ritenersi un unicum nel mondo classico. Ipotizzando un periodo abbastanza lungo di esecuzione dell’opera (circa 10-15 anni), è probabile che si siano create le condizioni  per formare una scuola di scalpellini in modo da permettere un ricambio della forza lavoro. Il cuore della città custodisce anche i resti di  una grande struttura architettonica molto diffusa nel mondo romano: il criptoportico

Il Criptoportico

Si tratta di complessi ipogei presenti dalla seconda metà del II secolo a.C. nel mondo romano con diverse funzioni strutturali (utilizzo  privato: sostruzioni a domus o giardini; utilizzo pubblico: edifici amministrativi, luoghi di  culto, aree forensi). Gli ambienti potevano  essere completamente austeri, poco illuminati (cellarium o repositorium) o finemente decorati con intonaci e stucchi, accoglienti e di un certo pregio, ideali per essere frequentati in giornate particolarmente calde. In una nuova fase di espansione edilizia fu costruito il criptoportico della città. Questa interessò la parte più a nord del tessuto urbano. La costruzione  potrebbe risalire al periodo tardo repubblicano. In questo periodo si raggiunse una certa sicurezza tecnica nell’utilizzo delle volte in opus caementicium, concepite per sorreggere l’enorme carico delle costruzioni sovrastanti. A causa della parziale conservazione  della struttura è difficile stabilire a quale edificio, pubblico o privato, fosse  legata un’opera del genere. 

Dal 2015 è possibile  visitare questi ambienti che, unitamente  allo scavo archeologico dell’area sacra di epoca romana, rientrano nel percorso denominato “Isernia sotterranea”. 

Il presente articolo è una sintesi di anni di studio  e di ricerca sul campo. Per ulteriori dettagli è  possibile contattare l’autore alla seguente mail:  lucainno.archeo@gmail.com