Dove arte e fede hanno creato un luogo unico

Foto di Pino Manocchio

Verso la fine dell’Ottocento, in una lettera inviata a un amico, un aristocratico inglese in viaggio in Molise descriveva, con incredulità, alcuni rituali religiosi che si svolgevano intorno a una piccola chiesa nella periferia di Isernia. Durante le celebrazioni, le persone del luogo offrivano degli oggetti come voto in cambio di una grazia; nello specifico, le donne chiedevano che fosse esaudito il loro desiderio di avere un bambino.

L’aspetto che incuriosì maggiormente il turista inglese era legato al fatto che gli oggetti donati riproducevano perfettamente forme falliche ed erano del tutto simili agli ex-voto che gli antichi Romani offrivano a Priapo, la divinità greco romana della fertilità. In poco tempo, il contenuto della lettera fece il giro dell’Europa e portò a Isernia numerosi visitatori d’Oltralpe, curiosi di assistere a questo particolare evento.

Il luogo protagonista di queste celebrazioni è l’Eremo dei Santi Cosma e Damiano, poco distante dal centro cittadino, facilmente raggiungibile da una stradina di campagna. È un edificio molto particolare, veramente unico nel suo genere che, all’esterno, presenta una facciata molto sobria, animata soltanto da un semplice portico a tre arcate. Forse è il contesto paesaggistico e la sua posizione dominante sulla collina, con l’ampia scalinata d’accesso, a conquistare il visitatore; non ci sono, infatti, elementi che lasciano intuire la bellezza e le ricchezze che l’edificio custodisce all’interno.

Un elegante soffitto a cassettoni rifinito con elementi dorati si contrappone, con la sua austerità, a un vivace e colorato pavimento a maioliche che occupa interamente l‘ambiente interno. Tutt’intorno, le pareti sono decorate con bellissimi affreschi che riproducono momenti di vita dei santi Cosma e Damiano, il loro martirio e i miracoli compiuti dopo la loro morte.

Probabilmente furono realizzati da due artisti (uno del Meridione e l’altro francese) che facevano parte della cerchia di pittori nordeuropei presenti alla corte di Napoli nel Cinquecento. In questo luogo arte e fede hanno dato vita a un monumento veramente straordinario, il cui fascino è arricchito ancor di più dalla sua storia. In effetti il legame tra l’edificio e il mondo antico è attestato dalla notizia secondo la quale la chiesa è stata costruita su un tempio pagano dedicato a Osiride. Anche se di questo non si hanno ancora riscontri certi, è sicuro che in passato, in occasione delle festività religiose ai santi Cosma e Damiano, erano diffuse le “pupe di pezza”, delle bamboline realizzate a mano che venivano acquistate dalle donne isernine e offerte come segno augurale di fertilità.

Non è un caso che la chiesa sia stata consacrata proprio a Cosma a Damiano, i santi medici protettori della vita umana, che sembrano perpetuare il ricordo di un culto pagano legato alla nascita e alla vita, che sopravvive in qualche modo anche all’avvento del Cristianesimo. In onore dei due santi, ogni 26 e 27 settembre, viene celebrata una speciale veglia alla quale partecipano, il primo giorno, solo gli abitanti della contrada, nel secondo tutti gli altri. Le statue vengono portate in processione fino al santuario della cattedrale cittadina e, al termine dei riti, si consegnano delle boccettine di olio benedetto ai fedeli.