Nuovi percorsi su antichi sentieri

a cura di Guglielmo Ruggiero

“Te truov ‘ngoppa a na cullina addò ru sol ce gira tuorn tuorn”

Così recita una vecchia poesia dialettale che parla di Spinete, un paese di origine medievale che si estende su un insieme di collinette circondate da boschi e fertili vallate. Di tanto in tanto, simili a incantevoli terrazze, nel borgo si aprono scorci che permettono bellissimi affacci sulla valle del fiume Biferno e il Massiccio del Matese, che si mostra in tutta la sua bellezza. Spinete ha tutte le caratteristiche per essere definito un “comune diffuso” diviso com’è tra la frazione di Piana e le tredici borgate.

La memoria popolare vuole che il paese sia nato su una collina ricoperta di spine (da cui il nome) e che gli abitanti, con grande sacrificio, l’abbiano trasformato in un piccolo giardino; è almeno questa l’immagine riportata sullo stemma comunale: un fascio di rovi e una scure racchiusi da una ghirlanda formata da un ramo di quercia e una spiga di grano sormontata da una stella, simboli ideali di questo borgo dall’animo rurale e la vocazione verso il turismo slow.

A farla da padrone qui è una ricca biodiversità che fa di Spinete una destinazione particolarmente interessante dal punto di vista ambientale. Percorrendo gli antichi sentieri che, un tempo, fungevano da collegamento tra le varie borgate si ha l’opportunità di vivere la dimensione naturalistica che caratterizza questo territorio; una realtà che si osserva e si percepisce soprattutto attraverso colori e profumi che svelano la vivacità e le tante varietà della vegetazione locale, che portano il visitatore ad apprezzarne la bellezza e l’autenticità.

Le molteplici tonalità di verde dei boschi, il giallo intenso delle ginestre che popolano i prati in primavera e il porpora delle orchidee spontanee sono i protagonisti assoluti e i compagni di cammino di chi vuole cimentarsi nella scoperta de la terra de le Spenete; campi coltivati, vigne, masserie e casali signorili sono i custodi di questi luoghi dall’essenza antica, che rivivono grazie all’attenta riqualificazione dell’estesa rete sentieristica. Numerose strutture ricettive permettono di immergersi in questa dimensione organizzando diverse attività outdoor, dall’escursionismo al trekking (a piedi, a cavallo e in mountain bike) insieme a laboratori di didattica ambientale che richiamano molte scuole anche da fuori regione.

 La natura regala al palato genuine e prelibate eccellenze che diventano le protagoniste di numerose proposte gastronomiche, come il prezioso tartufo che ha reso Spinete un comune rinomato per essere molto generoso nella produzione e raccolta in particolare del tartufo bianco pregiato, insieme ai vicini comuni di San Pietro Avellana e Frosolone, che rappresentano in Molise le zone più fertili per questo speciale fungo ipogeo.

La visita a Spinete si completa in bellezza a tavola, per gustare i piatti principi della cucina locale, in particolare la mbaniccia e le taccuzzelle e fagioli. La prima ha origine dal mondo della transumanza ed è un antico piatto a base di pane raffermo, orapi e pancetta (in origine veniva utilizzata carne di pecora essiccata); la seconda è una pasta fresca casereccia, a forma di rombo, con fagioli.

Questi sapori, tanto semplici quanto gustosi, svelano lo spirito di un comune genuino, autentico e radicato nella tradizione; una terra segnata da antichi sentieri che regala sempre nuove emozioni.