Borgo di arte e antiche tradizioni

Testo di Laura Cameli

A pochi chilometri da Campobasso, a 790 metri di altitudine, si trova un piccolo comune circondato da un magnifico paesaggio che spazia su uno sconfinato territorio caratterizzato da piccoli borghi e massicci montuosi: è Oratino, il paese della pietra.

Foto di www.creative-motion.it
Foto di creative-motion.it

Nel corso del tempo, il paese ha visto all’opera numerosi scalpellini che hanno trasformato la dura roccia locale in capolavori d’arte come portali e stemmi che hanno abbellito e arricchito monumenti, vicoli e strade, permettendo a Oratino di essere annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. Il visitatore, oltre a scoprire e ammirare le bellezze scolpite, può anche godere della quiete del luogo, della gioviale accoglienza dei residenti e delle prelibatezze locali, realizzate ad arte sulle tracce di una radicata tradizione gastronomica.

La visita comincia dal caratteristico belvedere, una suggestiva “terrazza sul Molise” da cui ammirare un panorama a perdita d’occhio: le montagne alto-molisane, le vette della Maiella e delle Mainarde e gli innumerevoli paesini arroccati sulle alture della valle del Biferno. Dal belvedere, luogo di diverse iniziative culturali e di intrattenimento, lo sguardo è catturato anche dalla maestosa cresta rocciosa denominata La Rocca, che si erge poco lontano. Su di essa sono ancora visibili i resti di cinte fortificate di epoca sannitica e una torre medievale.

Poco distante, nell’ampia Piazza Giordano, troneggia il Palazzo Ducale la cui origine risale alla seconda metà del XV secolo e il cui prospetto fu poi ampliato dai duchi Giordano, nel corso del Settecento, con un elegante loggiato e arricchito da un rigoglioso giardino. Fu anche grazie al mecenatismo di questi nobili che il paese di Oratino ha vissuto una fioritura artistica e culturale degna di nota con pittori, scultori e indoratori le cui testimonianze artistiche si ritrovano anche al di fuori del borgo stesso. 

Lasciandosi alle spalle il Palazzo Ducale, si può ammirare Porta del Piano, un ampio arco che permette di accedere nel cuore del borgo antico che se osservato dall’alto, sembra una sorta di intricato labirinto: i vicoli si diramano fitti, dominati dalla pietra bianca delle case e da suggestivi angoli abbelliti da piante e composizioni floreali.

I battenti chiusi di abitazioni frequentate solo durante il periodo estivo o abbandonate da tempo rievocano storie domestiche dal sapore antico o botteghe ormai scomparse in cui i maestri artigiani davano forma ai loro manufatti.

Percorrendo uno di questi vicoli, si raggiunge il sagrato della chiesa madre di Santa Maria Assunta in Cielo, costruita nel corso del XIII secolo sulla roccia, nel punto più alto dell’antico nucleo abitato. In questa chiesa a tre navate sono conservate le reliquie di san Bonifacio patrono e, in una preziosa teca settecentesca, il corpo integro di san Celestino martire.

All’ingresso del paese si trova, invece, la chiesa di Santa Maria di Loreto, interamente in pietra e edificata su un antico luogo di culto: qui sono sepolti gli ultimi duchi della famiglia Giordano, e a rendere particolare l’edificio sono le residue testimonianze degli straordinari affreschi barocchi nella navata centrale a opera dei fratelli oratinesi Ciriaco e Stanislao Brunetti.

Se si è in visita a Oratino, bisogna sicuramente fermarsi a scoprire anche i sapori locali proposti nei rinomati ristoranti del paese: la tradizionale e prelibata pizza e menestra, un piatto di varie verdure campestri cucinate e miste alla pizza di mais cotta al forno, oppure la pizza onta, cucinata con pezzi di salsiccia semi stagionata e peperoni sottaceto. Tra i vari secondi, troviamo le pallotte cacio e ova fatte con formaggio e uova e cotte nel sugo di salsiccia.

Una recente tipicità è, invece, un dolce che riproduce in miniatura un enorme cero di canne, perfetto per il finale del pranzo natalizio o da regalare come originale strenna. La ricetta è semplice ma superba: un impasto di frutta secca e cioccolato fondente rivestito di bacchette di pasta frolla. Questa dolce creazione rappresenta la Faglia, una gigantesca torcia di 13 metri realizzata con le canne raccolte sul territorio e fatta bruciare sul sagrato della Chiesa madre la sera della Vigilia di Natale. Le origini della Faglia, simbolo della nascita di Gesù Cristo, sono da ricercarsi negli antichi rituali propiziatori legati al culto del Sole e del Fuoco durante il solstizio d’inverno: il sole, giunto nella sua fase più debole per luce e calore, ritorna vitale e “invincibile” sulle tenebre.

Piatti tipici, borgo e natura, insieme ai numerosi e incantevoli scorci, attendono di svelarsi pian piano ai visitatori di Oratino, un paese che stilla da ogni angolo arte, storia, tradizioni e bellezza in un’atmosfera di serenità e accoglienza.

Si ringraziano per le foto: Paolo Pasquale, Nicola Di Stefano e Giovanni Scirocco