Pesche. Il borgo che sembra un presepe
di Giuseppe Campochiaro
Pesche è uno di quei borghi che conquistano il visitatore col loro fascino, già solo guardandoli da lontano. L’intero paese sembra nascere dalla roccia, con le case l’una accanto all’altra, che si arrampicano a mezza costa su uno dei versanti di Monte San Marco, tra le quali, di tanto in tanto, si aprono piccoli affacci e piazzette che permettono di ammirare il vasto paesaggio circostante.
Per la disposizione delle sue case, Pesche è stato definito anche come la “Libreria d’Italia”; ma è dopo il tramonto che si compie la magia: quando si accendono le prime luci della notte, prende vita un vero e proprio presepe. Un reticolo di scale, vicoli e stradine collegano la parte moderna del paese (a valle) a quella più antica (a mezza costa) e ai resti del nucleo originario, situato nella parte più alta e disabitato ormai da tantissimi anni; un abbandono che ha annoverato Pesche tra i “borghi Fantasma” d’Italia.
Oggi si possono osservare frammenti e rovine di una storia sospesa dal lontano ’400, quando un terremoto distrusse il castello longobardo, le torri e le case, insieme alle due porte d’ingresso della cinta muraria. Quest’ultima abbraccia, da un lato, il centro abitato e, dall’altro, sale verso la montagna.
L’occhio cade subito sull’alto campanile della chiesa cinquecentesca dedicata a san Michele Arcangelo, patrono di Pesche, che conserva al suo interno ben 5 altari oltre a un’incantevole tela che raffigura la Madonna delle Grazie. Il territorio circostante è dominato soprattutto dalla natura. Ciò fa di Pesche un’attraente destinazione per gli arrampicatori sportivi grazie alla presenza di falesie facilmente accessibili e un contesto paesaggistico di pregio tutelato con la Riserva Naturale Orientata, un’area protetta ricca di biodiversità e attraversata da numerosi sentieri naturalistici.
Qui a Pesche si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. Passeggiare tra le stradine, con i gatti che ti fanno compagnia, è come tornare a vivere il passato e diventare parte di esso.
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