Samnium Bikepacking Story | Tra paesaggi e sapori di altri tempi

di Mario Casmirro

C’è una parte di quel grande territorio che la storia conosce come Samnium, che va dai monti del Matese e arriva fin sopra le terre che affacciano sul fiume Trigno. Passa tra la valle del Biferno e risale le verdi colline di Torella del Sannio, Macchiagodena e Campobasso. Attraversa le alture di Frosolone, Carovilli e Trivento fino ad arrivare nel cuore pulsante di Pietrabbondante e Agnone, culla del valoroso popolo dei Sanniti, pastori e al tempo stesso guerrieri dediti alla pastorizia e al controllo del territorio, atavici sostenitori della libertà contro la tirannia dell’Impero Romano.

Qui paesaggio e gastronomia si fondono creando meraviglie e prelibatezze uniche: caciocavalli, pezze di cacio, pezzata di pecora e il pane in tutte le sue varianti, sono il simbolo di quelle tradizioni che, in un passato neanche troppo lontano, erano alla base dell’economia locale. Partendo da tutto questo, è nato il progetto “Samnium bikepacking story”: un viaggio nella storia, tra i luoghi e i sapori di altri tempi, un’avventura che ho vissuto in prima persona e che voglio condividere con voi in queste pagine. Mi dirigo verso il Tratturo Lucera-Castel Di Sangro, che passa proprio sotto Campobasso. Lungo questo antico percorso, mandrie di buoi, pecore, mandriani e cani pastore hanno calcato i tanti chilometri che separano gli Abruzzi dalle pianure della Puglia.

Dalla strada panoramica di Oratino scendo verso il fiume Biferno e intraprendo la salita della mulattiera. La parte iniziale è molto scoscesa, alcuni grossi sassi rendono difficile la pedalata tanto che decido di spingere la bike a mano fino all’ingresso di Castropignano. Arrivato in paese, faccio un giro tra i vicoli che mi conducono fino al castello D’Evoli poi riprendo la strada lasciata poco prima. La sterrata pian piano diventa molto più agibile; incontro anche qualche pecora, segno che il tratturo vive ancora. Il paesaggio circostante è davvero splendido. I campi in lontananza cominciano a colorarsi di oro, i borghi sorvegliano il territorio dalla sommità delle colline e le nuvole corrono rapide nel cielo azzurro. Oggi ho deciso di percorrere 130 chilometri per raggiungere la mia meta: Capracotta, in Alto Molise. Arrivo a Torella del Sannio.

Attraversare questi paesaggi è profondamente emozionante e, strada facendo, penso alle battaglie e alle storie che si sono avvicendate in questi luoghi, a tutto il sangue versato per proteggere questo piccolo impero. Continuo il mio percorso per far visita alla Morgia dei Briganti. Questo sito affascinante merita una sosta. A dispetto del nome, la Morgia è un monolite primordiale abitato già in età Protostorica oltre a essere un’importante testimonianza delle prime civiltà che vivevano in grotte scavate nella roccia. Riprendo a pedalare su una sterrata che mi porta fino a Bagnoli del Trigno e, alzando lo sguardo, vedo Bovianus Vetus, antico nome di Pietrabbondante, che è sulla collina che ho difronte. Sono a metà della strada che ho previsto di percorrere in questa prima giornata. Mi fermo nell’area archeologica del Tempio Italico, dove è iniziato il sogno di quei popoli in cerca di libertà. Pago il biglietto e scendo verso la piazza, mi siedo sui gradoni e resto in silenzio. Cerco di “ascoltare” i discorsi dei meddices sanniti e delle genti che li acclamano.

In questo luogo le tribù sannite dei Marsi, Frentani, Carracini e Peligni voltarono le spalle all’aquila di Roma, dando una svolta all’oppressione dell’Impero. Faccio un salto in paese, saluto la statua del Guerriero Sannita, scambio due chiacchiere con le persone del posto e, seguendo le loro indicazioni, imbocco la strada che porta verso Agnone, il paese della Tavola Osca e delle campane. Proseguendo il mio percorso, attraverso il bosco degli Abeti Soprani di Pescopennataro: maestosi alberi sempreverdi, piramidi di colore verde scuro. Li chiamano “soprani” per pregio e qualità del legno. Sono a 1.200 metri di altitudine, dove il borgo fa da vedetta sull’intero territorio. Dopo qualche chilometro, raggiungo finalmente il comune di Capracotta, noto per la famosa Pezzata di pecora.

Foto di Giallo Zafferano

È un must della cucina tipica locale: un bollito di carne insaporito con erbe aromatiche che i pastori usavano preparare durante gli spostamenti delle greggi da pascolo a pascolo. Calata la sera, mi accampo sotto un abete bianco e vedo, lì vicino, una trattoria che mi invita a gustare la Pezzata, a cui non posso certo rinunciare. Il mattino seguente lo dedico alla ricerca del caciocavallo, caratteristica produzione locale. So dove posso trovarlo! Devo solo rimettermi in sella e partire. Da Capracotta scendo verso Carovilli attraverso la magnifica riserva MaB (Man&Biosphery di Montedimezzo) e poi risalgo verso Pescolanciano e Frosolone.

Qui sono di casa, l’infanzia l’ho trascorsa tra questi boschi di faggio. Nell’aria c’è profumo di latte bollito e sento il muggito delle vacche al pascolo. Uscendo dal bosco mi dirigo verso la casetta di Vincenzo il pastore. Entro e lo trovo seduto mentre prepara la lavorazione quotidiana. Appesi al soffitto ammiro i numerosi caciocavalli messi a stagionare e ne approfitto per scattare delle foto… è un momento così magico!

Penso a quanta storia c’è dietro questo formaggio, un sapere tramandato da padre in figlio, una tradizione che si ripete da millenni. Questo è il formaggio del pastore, questo è il formaggio del Samnium. Rimango tutta la mattinata in compagnia di Vincenzo e, ripensando ai tanti chilometri percorsi e a tutte le emozioni provate, sono sempre più convinto che “Samnium è la ricerca di storie da raccontare, Samnium è un’avventura in bicicletta”.

La Tavola Osca Detta anche Tavola di Agnone per il luogo in cui è stata ritrovata, è una tavoletta di bronzo che misura 28×16,5 centimetri oggi conservata al British Museum di Londra. Risale al 250 a.C. circa e riporta inciso un testo in lingua osca, su entrambe le facciate, che fa riferimento a un luogo sacro elencando anche le divinità oggetto di culto. Per quest’ultimo motivo è conosciuta anche col nome di Tavola degli Dei.