di Massimo Palumbo

Tra natura e storia c’è un itinerario dedicato all’arte contemporanea: il Museo all’Aperto di Kalenarte. Dopo due anni un po’ difficili, è finalmente arrivato il momento di evadere dalle restrizioni subite per troppo tempo. Vieni a vivere un’esperienza nuova e sorprendente: l’antica Kalene e il Maack ti aspettano.

Carico di fascino l’arrivare a Casacalenda, tra paesi arrampicati e dolci colline, lungo strade minori e poco trafficate, nel silenzio irreale di una terra di confine, in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato: un mondo duro, fiero e ospitale; un’occasione unica e rara per scoprire un museo “che vive quotidianamente tra la gente”. È un viaggio di scoperta, tra ambiente, arte e gastronomia.

Aurora | Antonio Fiacco

Il paese intero è museo, potrà sembrare strano, ma questo è quanto dichiarò una donna di Casacalenda quando ebbe a imbattersi in un turista munito di Lonely Planet. Il turista in questione le chiese: “Signora, ma dove è il Museo?” Lei, allargando le braccia, rispose: “Ma qui è tutto un Museo!”. Sì, l’intero paese è museo a cielo aperto, da quando il progetto Kalenarte innesta nuovi segni in una logica di sovrapposizioni e stratificazioni, utili a ricucire in continuità l’antico col contemporaneo.

Meridiana 99 | Carlo Lorenzetti

Era il 1990 quando il paese si aprì all’arte contemporanea con le Residenze d’artista. A Casacalenda già nel ’700 la famiglia Di Sangro invitava artisti a viverci. Oggi la storia del Maack e dei suoi interventi sono ai margini, su luoghi trascurati o anonimi che vengono riletti con la lente del rapporto Arte-Architettura. I vicoli, le scalinate, gli slarghi sono “quinte” cariche di senso e il Museo si articola in diversi percorsi. Ora ci troviamo a Fontepompa, luogo panoramico di grande suggestione e proprio da questa piazza partono i quattro Percorsi dell’Arte: il Rosso, il Blu, il Verde e il Viola. Inseguire questi percorsi significa verificare come l’intero paese sia punteggiato di opere d’arte che a oggi sono 26.

Straculatore | Nelida Mendoza

Achille Bonito Oliva, dopo una visita a Casacalenda, ebbe a dire: “Un pensiero forte e nello stesso tempo leggero, attraversa la casa dell’arte di Casacalenda”. Diamo inizio alla passeggiata per imbatterci nello Staculatore/sc_trecuelétòre (2014) di Nelida Mendoza e nell’opera di Adrian Tranquilli Senza nome (1996): un rosone in uno strettissimo e buio passaggio che si apre sulla vallata che, al contrario, risulta inondata dalla luce. E poi l’intervento di Franco Libertucci Ai caduti (1983), il non monumento ai caduti di tutte le guerre. “La scultura, così, non è più un oggetto nello spazio, ma uno spazio essa stessa, autonoma e disponibile attraverso la sua fruizione”.

La piramide | Susanne Kessler

Per Casacalenda il maestro progetta una “piazza scultura, una scultura abitata dagli uomini, dalle donne, dai bambini del paese. Libertucci sogna un piano d’uso collettivo”. Entriamo in Terravecchia e incrociamo Selciato (2001) di Michele Peri, una installazione in formelle in bronzo, “un segno di un vissuto che si rinnova nel tempo”. Subito dopo, in uno spazio chiuso-aperto, c’è Efesto (1992) di Hidethosci Nagasawa.

Efesto | Hidetoshi Nagasawa

In adiacenza c’è il primo forno del paese e due lunghissime sbarre di ferro passano per una finestra in asse alla porta di accesso al cortile e si incrociano in un elemento a forma di parallelepipedo in acciaio. L’opera si presenta in una linearità severa, di sapore orientale. Bisogna andare oltre, le opere sono tante: Crepuscolare / Feritoie (1992) di Alfredo Romano, La Fontana del Duca (2009) di Ilaria Loquenzi, Il Museo sospeso / L’arresto / L’eccitante (2010) di Paolo Borrelli, Il gioco del sole (2012) di Stefania Fabrizi e La Piramide (2012) di Susanne Kessler.

Il gioco del sole | Stefania Fabrizi

Il nostro Percorso Verde va avanti e un panorama mozzafiato appare ai nostri occhi; è questa la parte più alta di Casacalenda, da dove le dolci colline vanno con leggerezza a conquistare il mare. L’Adriatico, nelle giornate limpide, è presente con forza e sulla destra si stagliano ben visibili le isole Tremiti È questo il sito scelto da Carlo Lorenzetti, un non-luogo, la periferia, la fine del paese per Arcobaleno (1999), un’opera a grandi dimensioni in acciaio corten, un gioioso segnale cromatico, una presenza plastica oltre che un efficace vettore energetico. Siamo fuori dal paese, in direzione Termoli, e dopo un paio di chilometri ci addentriamo in un bosco, in località Coste del Lago.

Il poeta di Casacalenda | Costas Varotsos

È il bosco del Poeta di Casacalenda (1999) di Costas Varotsos, struttura in ferro e scaglie di pietra, alto circa nove metri: l’arte in questo caso comunica mediante un linguaggio universale, comprensibile da tutti. Il Poeta di Casacalenda è mistico, silenzioso, solo. Varotsos, durante una passeggiata notturna, scopre le pulsazioni di quella natura e la carica di quel luogo. È questa un’opera collettiva, che Varotsos realizzò insieme a quasi tutti gli abitanti di Casacalenda. Si torna in paese e ci attendono gli interventi di Claudio Palmieri, Baldo Diodato, Fabrizio Fabbri, Antonio Fiacco, Tonino D’Erme. In direzione Campobasso arriviamo presso il Convento di Sant’Onofrio, immerso in una natura rigogliosa.

Il guardiano del bosco | Andrea Colaianni

Nel piazzale antistante ci imbattiamo ne Il guardiano del bosco (1994) di Andrea Colaianni: ferro, rame e bronzo che ricordano le spighe di grano di cui sono ricoperte le colline, per ribadire l’esigenza di custodire il rapporto tra uomo e natura. La nostra passeggiata raggiunge il borgo di Provvidenti, appendice storica di Casacalenda. Il paesaggio che si attraversa è di grandissimo pregio ambientale. A Provvidenti sono stati collocati gli ultimi interventi (2021) degli artisti Tito Amodei, Cosetta Mastragostino, Enrico Pulsoni, Enrico Galliani, Mauro Angelone e Alberto Timossi. Rientriamo a Casacalenda ed è il momento di una sosta presso La Scacchiera (1992): «un intervento minimalista, quello di Massimo Palumbo; un piano inclinato fatto di pietra locale e ferro, elegantemente si lascia notare perché non asseconda il pendio del terreno» – Lorenzo Canova.

La scacchiera | Massimo Palumbo

A concludere il nostro tour è la visita alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea “Franco Libertucci”, collezione composta da 114 opere tra dipinti, sculture e installazioni che lasciano, insieme a tutte le altre ammirate, un turbinio di forti emozioni che ci accompagnerà a lungo.

Quella che abbiamo tentato di raccontare è una due giorni da godere possibilmente con ritmo lento: innesti d’arte, paesaggio, ambiente sono un tutt’uno con la storia dei luoghi e la gastronomia, che non va mai dimenticata. Casacalenda e il Maack vi aspettano!

Deflusso 2014 | Alberto Timossi

 

Si ringraziano per le foto: Paola Di Tullio, Pasquale D’Imperio e Photo Kerem

Per informazioni:

Associazione Culturale Kalenarte_Maack
Maack Kalenarte Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea
kalenarte.info@gmail.com
massimopalumbo.blogspot.com www.kalenartemaack.com