Sapori del territorio, storia e artigianato, tradizioni popolari e passeggiate panoramiche… cosa si può desiderare di più da una gita fuori porta o da una breve vacanza? Chi pensa che solo le grandi destinazioni turistiche sanno regalare sorprese può cominciare a organizzare il proprio tempo libero per andare alla scoperta dei piccoli borghi del Molise e rimanere piacevolmente colpito dalle numerose ricchezze che custodiscono. I comuni dell’entroterra, in effetti, hanno questo “piccolo grande potere”: sono preziosi scrigni di bellezze da vivere, destinazioni che sanno stupire con la genuina accoglienza degli abitanti, luoghi in cui è possibile ritrovare il fascino dell’autenticità.
Alla scoperta di Vinchiaturo
Una meta privilegiata per chi è alla ricerca di tutto ciò è sicuramente il comune di Vinchiaturo, una cittadina che ben rappresenta il connubio tra gastronomia tipica, storia e tradizioni locali; un centro dove lo scorrere del tempo lascia le sue tracce in un’armonia di capolavori d’arte, architetture, racconti e tanto altro. La sua particolare posizione geografica è già testimonianza di un intimo legame con il passato.
Questo piccolo comune sorge nel punto in cui si incrociano i due tratturi che attraversano la regione Molise, nei pressi della Sella di Vinchiaturo, ossia il passo che separa l’Appennino Centrale da quello Meridionale. Vinchiaturo gode di un affaccio privilegiato sulle valli circostanti e sui Monti del Matese, con un punto di osservazione ideale rappresentato dalla località Monteverde. La sua storia è particolarmente legata alle vicende che hanno segnato questo luogo, un tempo abitato dagli antichi Sanniti, come dimostrano i numerosi ritrovamenti archeologici. Quella di “Monteverde” è una posizione dominante che consentiva ai suoi antichi abitanti di “controllare” le vie di comunicazione, come ad esempio il Tratturo Pescasseroli – Candela.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’abitato di Monteverde cadde nell’abbandono e solo con il diffondersi del monachesimo e dell’ordine dei Benedettini il sito vide il suo rifiorire. Nel 689, infatti, un monaco di nome Deuterio fondò una comunità religiosa dedicata a Santa Maria che, nel 1022, venne trasformata in un monastero. L’antico eremitaggio, alle origini, era un luogo di sosta per i pellegrini che dal Sannio si recavano nel Gargano per pregare nella grotta dell’apparizione di San Michele Arcangelo. Il monastero crebbe in notorietà, grazie alla creazione di una corporazione di “maestri scalpellini” che operava tra Abruzzo e Molise.
Nello stesso periodo fu costruita la chiesa intitolata a Santa Maria, come racconta un’iscrizione rinvenuta tra le rovine. «L’anno 1163 nell’undicesimo mese il venerabile abate Matteo ordinò che tale lodevole istituzione fosse realizzata con il suo beneficio consenso il maestro scalpellino Gualtiero a ricordo questa pietra incise». Si ritiene che Santa Maria di Monteverde sia uno dei primi insediamenti sorti nel Molise, insieme a quelli di San Vincenzo al Volturno e di Santa Maria di Canneto. Dell’antico monastero sopravvive una parte dell’abside centrale, traccia del presbiterio e alcuni tratti delle mura perimetrali.
Nella chiesa era venerata la Beata Vergine con il titolo di Santa Maria di Guglieto (poiché innalzata su di una guglia) poi denominata anche Santa Maria di Monteverde. Nella chiesetta attualmente in uso, l’ultima domenica di agosto si celebra la Santa Messa e la statua della Vergine viene portata in processione. Pur nella sua modestia, è una chiesetta che “ricorda un passato gravido di storia: rammenta alle nuove generazioni le antiche vicende di quella terra, la fede, il lavoro, le speranze fiorite li ove oggi regna un silenzio che invita a meditare”. Al di sotto della cappella si racconta che sgorga un’acqua sulfurea “miracolosa” che aiuta a guarire da molti mali.
Trascorrere una giornata a Monteverde è davvero piacevole. Brevi passeggiate panoramiche su stradine e sentieri, che si snodano nelle immediate vicinanze, potranno rendere la visita più gradevole e salutare. È un luogo tranquillo e immerso nel verde dove rilassarsi e ammirare le antiche vestigia che furono di un territorio ricco di storia e bellezza.
Il paese
La passeggiata tra gli edifici religiosi di Vinchiaturo porta alla piccola Chiesa del Purgatorio, situata nel centro abitato. Una particolarità di questa chiesa è legata al portale e alla porta lignea, originari della chiesa di Santa Lucia, installati nella chiesa del Purgatorio per volontà del fisico Nicola Pistillo nel 1819.
La porta presenta intagli e basso rilievi con motivi vegetali e due figure di santi: a sinistra san Francesco e a destra santa Lucia. Restaurata grazie al contributo del Comune di Vinchiaturo e di Francesco Giordano (discendente diretto del dott. Pistillo), è stata benedetta il 26 marzo 2023 da Sua Ecc. Mons. Bregantini.
Molte altre curiosità si svelano tra le stradine dell’abitato, a partire dalla Fontana dei Leoni situata nella centrale piazza Municipio, così chiamata perché decorata con sculture in bronzo di quattro leoni, sistemati su quattro basi, dalle cui bocche zampilla acqua. A pochi passi è visibile la statua dedicata al “Migrante di Vinchiaturo”.
Il paese è stato interessato da questo fenomeno in maniera massiccia, tanto da dar vita al “Museo delle migrazioni” (diretto dalla prof.ssa Giuliana Bagnoli), che ha aperto i battenti in occasione della visita di una delegazione di vinchiaturesi residenti in Nord America. Ospitato nella Casa della Cultura dal 2004, il museo espone i documenti donati dall’Associazione Popoli Migranti (guidata dal presidente Mario Di Sarro) che ha nei suoi propositi statutari la “raccolta e salvaguardia del patrimonio culturale, testimone dell’esperienza migratoria di quanti, in cerca di migliori opportunità, si sono recati all’estero”; un’esperienza che ha segnato profondamente il tessuto sociale ed economico di Vinchiaturo.
Accanto al Museo, una sala polivalente accoglie la biblioteca comunale e anche alcune associazioni locali che trovano spazio per organizzare numerosi eventi e attività culturali.
Dal centro abitato ai sentieri immersi nella natura circostante il passo è breve. In località Carbone si trova un laghetto frequentato dagli appassionati di pesca sportiva e da chi desidera trascorrere una giornata all’aperto, magari per fare un rilassante picnic.
Gli eventi
Vinchiaturo è anche nota per le sue manifestazioni popolari, in particolare per il tradizionale gioco de “La Pezza de Casce“, organizzato dalla pro loco nel periodo di Carnevale. Due squadre, con un numero illimitato di partecipanti, si sfidano a forza di bicipiti facendo ruzzolare una pesante pezza di formaggio lungo un percorso prestabilito ormai da secoli. Questo si sviluppa su salite e discese fino a raggiungere il palazzo baronale Jacampo dove il vincitore, sempre a forza di lanci, dovrà collocare la “pezza de casce” su un’antica basola di pietra pronunciando la fatidica frase: “A la ‘n ‘tutta!” o meglio “È tutta qui!”.
Da diversi anni, la pro loco ha allargato la partecipazione anche alle donne e ai bambini che contribuiscono ad animare ancor di più la manifestazione con il loro coinvolgente entusiasmo.
Vinchiaturo, nato come piccolo centro agricolo, è diventato nel tempo anche un importante centro artigianale e commerciale, con una vivace attività economica che include negozi, ristoranti e aziende agricole. Tutto questo, insieme agli eventi organizzati nel corso dell’anno, al buon cibo e alla familiare accoglienza dei paesani, richiama numerosi visitatori desiderosi di immergersi nell’atmosfera festosa e autentica di questa piccola località molisana.